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Esterasi Leucocitaria nelle Urine: Significato Clinico, Interpretazione e Correlazione Diagnostica

L’esame completo delle urine è un’analisi multifattoriale che fornisce un quadro dettagliato della funzionalità renale e delle vie urinarie. All’interno di questo esame, il test per l’esterasi leucocitaria rappresenta un parametro di screening fondamentale, utilizzato come marker indiretto di uno stato infiammatorio, più comunemente di natura infettiva.

La comprensione del suo significato clinico, dei suoi limiti e della sua corretta interpretazione nel contesto di altri parametri urinari è essenziale per un corretto inquadramento diagnostico.

Principio Fisiopatologico del Test

L’esterasi leucocitaria è un enzima prodotto prevalentemente dai leucociti neutrofili, un tipo di globuli bianchi che costituisce la prima linea di difesa del sistema immunitario contro le infezioni batteriche.

Il principio del test si basa sulla seguente cascata di eventi:

  1. Risposta Infiammatoria: In presenza di un’infezione o di un’infiammazione nel tratto urinario (vescica, uretra, reni), i leucociti neutrofili vengono richiamati in grande numero nel sito.
  2. Lisi Cellulare: I neutrofili, una volta espletata la loro funzione, vanno incontro a lisi (rottura), riversando il loro contenuto enzimatico, inclusa l’esterasi leucocitaria, nelle urine.
  3. Rilevazione: Il test rapido, eseguito tramite una striscia reattiva (dipstick), contiene uno specifico substrato chimico. La presenza dell’esterasi catalizza una reazione che provoca un cambiamento di colore sulla striscia, indicando un risultato positivo.

Pertanto, il test non misura direttamente i globuli bianchi, ma rileva la presenza di questo enzima come prova indiretta di leucocituria, ovvero la presenza di un numero significativo di leucociti nelle urine.

Interpretazione dei Risultati e Valori di Riferimento

Nell’analisi delle urine, il valore di riferimento per l’esterasi leucocitaria è “Assente” o “Negativo”. Un risultato positivo, solitamente riportato in una scala semiquantitativa (es. +, ++, +++ o tracce, debolmente positivo, positivo), indica la presenza dell’enzima e, di conseguenza, una probabile leucocituria.

Correlazione con i Nitriti Urinari

Per aumentare l’accuratezza diagnostica, il test dell’esterasi leucocitaria viene quasi sempre valutato in associazione con il test dei nitriti.

  • Principio dei Nitriti: Molti batteri Gram-negativi, i principali responsabili delle infezioni delle vie urinarie (IVU) come Escherichia coli, possiedono l’enzima nitrato-reduttasi, capace di convertire i nitrati (normalmente presenti nelle urine) in nitriti.
  • Significato Clinico:
    • Esterasi (+) e Nitriti (+): Questa combinazione ha un’elevata specificitĂ  e un alto valore predittivo positivo per un’infezione batterica delle vie urinarie.
    • Esterasi (+) e Nitriti (-): Suggerisce la presenza di un’infiammazione (leucocituria) ma potrebbe non essere di origine batterica, oppure potrebbe essere causata da batteri che non producono nitriti (es. Staphylococcus, Enterococcus).

Cause di Esterasi Leucocitaria Positiva

La positività del test è un segnale di allarme per diverse condizioni, non esclusivamente infettive.

1. Infezioni delle Vie Urinarie (IVU)

È la causa piÚ comune. A seconda della localizzazione, si parla di:

  • Cistite: Infezione della vescica.
  • Uretrite: Infezione dell’uretra.
  • Pielonefrite: Infezione del rene, una condizione piĂš severa.

2. Piuria Sterile

Questo è un quadro clinico di grande importanza diagnostica, caratterizzato dalla presenza di leucociti nelle urine (piuria) ma con un’urinocoltura che risulta negativa per i comuni patogeni batterici. Le cause includono:

  • Infezioni da patogeni non convenzionali: Microrganismi che non crescono sui terreni di coltura standard, come Chlamydia trachomatis, Ureaplasma urealyticum o Mycobacterium tuberculosis (nella tubercolosi renale).
  • Terapia antibiotica recente o in corso: L’antibiotico può aver sterilizzato le urine, ma l’infiammazione (e quindi la leucocituria) persiste.
  • Condizioni infiammatorie non infettive:
    • Cistite interstiziale (Sindrome della vescica dolorosa).
    • Nefrite interstiziale (spesso farmaco-indotta).
    • Calcolosi renale: L’irritazione meccanica causata da un calcolo può indurre un’infiammazione locale.
    • Rigetto di trapianto renale.
  • Neoplasie del tratto urinario: Tumori della vescica o del rene possono causare infiammazione e sanguinamento.

3. Infezioni Sessualmente Trasmissibili (IST)

Agenti come Chlamydia trachomatis, Neisseria gonorrhoeae e Trichomonas vaginalis possono causare uretrite, portando a leucocituria e, di conseguenza, a un test dell’esterasi positivo.

Fattori di Confondimento e Limiti del Test

È fondamentale considerare le possibili cause di risultati inaccurati.

  • Falsi Positivi:

    • Contaminazione del campione: Secrezioni vaginali ricche di leucociti possono contaminare il campione durante la minzione. Una corretta igiene e la raccolta del “mitto intermedio” sono cruciali.
    • Uso di conservanti: La formaldeide, talvolta usata come conservante, può dare risultati falsamente positivi.
  • Falsi Negativi:

    • Urine molto concentrate: Un’elevata densitĂ  urinaria può inibire la lisi dei leucociti, impedendo il rilascio dell’esterasi.
    • Presenza di sostanze interferenti: Alte concentrazioni di glucosio (glicosuria), proteine (proteinuria), acido ascorbico (Vitamina C) o alcuni antibiotici (es. cefalosporine, gentamicina) possono interferire con la reazione chimica del test.
    • Leucociti non neutrofili: Una leucocituria composta principalmente da linfociti (rara) non verrebbe rilevata.

Iter Diagnostico Successivo

Un risultato positivo al test dell’esterasi leucocitaria non costituisce una diagnosi definitiva, ma impone un approfondimento.

  1. Esame del Sedimento Urinario: È il passaggio logico successivo. L’analisi al microscopio del campione centrifugato permette di confermare e quantificare la presenza di leucociti, e di identificare altri elementi cruciali come emazie (globuli rossi), batteri, cellule epiteliali, cilindri e cristalli.
  2. Urinocoltura con Antibiogramma: Se l’esame del sedimento conferma la presenza di batteri, l’urinocoltura è il gold standard per isolare il microrganismo responsabile e testarne la sensibilità a diversi antibiotici (antibiogramma), guidando così una terapia mirata ed efficace.

Disclaimer Medico: Le informazioni contenute in questo articolo sono fornite a solo scopo educativo e informativo e non devono in alcun modo sostituire il parere, la diagnosi o il trattamento di un medico qualificato. L’interpretazione dei risultati di laboratorio deve essere sempre effettuata da un medico nel contesto del quadro clinico completo del paziente.

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